Sincrotrone Trieste e Civici Musei di Udine: presentata la nuova tecnologia Invisible per proteggere le opere d’arte

Il patrimonio artistico del Comune di Udine sarà catalogato e tutelato con l’impiego dell’innovativa tecnica “Invisible”
SPERIMENTAZIONE CON SINCROTRONE TRIESTE PER PROTEGGERE LE OPERE DEI CIVICI MUSEI
Tra i capolavori sui quali sarà sperimentato il nuovo sistema anticontraffazione ci sono oltre cento opere di Ascanio di Brazzà e un’acquaforte del Tiepolo

Un’impronta invisibile e a prova di contraffazione per proteggere le opere dei Civici Musei del Comune di Udine. Per tutelare il suo patrimonio artistico l’amministrazione comunale del capoluogo friulano si affida a “Invisible”, un’innovativa tecnologia antifalsificazione messa a punto da Elettra – Sincrotrone Trieste. L’accordo con l’ente di ricerca, presentato oggi 26 giugno nella Casa della Contadinanza a Udine, nel corso di una conferenza stampa, consentirà di impiegare un sistema sicuro e all’avanguardia nella catalogazione e nella tutela delle collezioni dei musei udinesi. Questa nuova tecnica consiste in particolare nella marcatura delle diverse opere con un marchio “invisibile” a occhio nudo e in grado di non intaccarne in nessun modo la superficie. Il segno di riconoscimento diventa leggibile solo se illuminato da un fascio di luce caratterizzato dalla corretta lunghezza d’onda. Le scritte possono essere applicate direttamente o indirettamente sull’oggetto. In questo secondo caso il marchio viene apposto su un supporto da applicare successivamente all’opera. Un metodo non invasivo, completamente invisibile e quindi rintracciabile esclusivamente su richiesta, perché solo chi l’ha tracciato conosce la posizione precisa del marchio. Tutte queste caratteristiche fanno di “Invisible” un efficace sistema anticontraffazione, anche perché permette di identificare, senza margini di incertezza, le opere da eventuali copie false.

“Udine è stata le sede storica della facoltà di Conservazione dei beni culturali – sottolinea il sindaco di Udine Furio Honsell – e anche per questo siamo molto lieti di poter utilizzare questa nuova importante sperimentazione del Sincrotrone. Un esempio di come si possano coniugare le più moderne tecnologie con la valorizzazione e la fruizione delle opere d’arte”. L’accordo con il Comune di Udine riguarda oltre cento opere di Ascanio di Brazzà: 89 disegni, 12 stampe, 3 quadri olio su tela e una scultura. Di questo elenco farà parte anche uno dei grandi capolavori del Tiepolo: si tratta dell’acquaforte “Due maghi e un bambino”, inventariata presso il gabinetto Disegni e Stampe dei Civici Musei in castello. “L’obiettivo è quello di tutelare con questa nuova tecnologia le più importanti opere dei Civici Musei – spiega l’assessore alla Cultura Luigi Reitani –. È una grande opportunità per garantire l’unicità anche di reperti di piccole dimensioni, come le monete ad esempio”. La tecnica, messa a punto con Area Science Park, deriva da un fenomeno già molto conosciuto negli anni ’50: “la creazione di centri di colore in cristalli alogenuro-alcalini utilizzando radiazioni ionizzanti”. L’ingrediente fondamentale utilizzato dai ricercatori di Sincrotrone Trieste per la produzione dei marchi è il fluoruro di litio, che una volta attivato dalla radiazione di sincrotrone diventa un pigmento invisibile da trasformare in un marchio o in un codice. Una scritta che non danneggia in alcun modo la superficie sottostante e che può essere rimossa senza problemi, ma solo da chi l’ha precedentemente posizionata.
“L’incontro di oggi – commenta Alfonso Franciosi, amministratore delegato di Sincrotrone Trieste – non ci dà solo l’opportunità di stupirci di fronte al prodotto della ricerca, ma ancora di più permette di constatare come spesso i risultati migliori nascano dalla multidisciplinarietà e dall’unione di competenze diverse e di mondi che troppo a lungo si sono considerati distanti”.
Dopo aver brevettato l’invenzione, Sincrotrone Trieste ha formalizzato una convenzione con la direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici, stabilendo anche un protocollo di lavoro.

Sono numerose le tipologie di opere sulle quali questa tecnica è già stata sperimentata con successo: monete, monili, quadri e anche documenti storici. La tecnologia “Invisible”, oggetto di più brevetti fra il 2007 e il 2009, è stata impiegata ad esempio nella marcatura di monete di epoca romana e di altri reperti provenienti da diversi musei del Friuli Venezia Giulia, come quelli di Cividale e di Aquileia.

  

    

foto: la conferenza stampa del 26 giugno 2012 e la marcatura di alcune opere d'arte


 

Ultima modifica il Mercoledì, 27 Giugno 2012 11:52