Nuovo accordo di collaborazione scientifica fra Elettra e l'Università Tecnica di Graz (Press review)

Il centro di ricerca internazionale Elettra Sincrotrone Trieste e l’Università Tecnica di Graz hanno rinforzato oggi, 21 novembre, la loro collaborazione, con la firma di un accordo di cooperazione scientifica. L’Università Tecnica di Graz è ora il coordinatore ufficiale delle stazioni sperimentali austriache di Elettra: le linee di luce SAXS e DXRL

Durante la cerimonia della firma, Herald Kainz, rettore dell’Università Tecnica di Graz, ha consegnato un nuovo rivelatore di raggi X che sarà in questi giorni installato su SAXS, estendendo notevolmente le potenzialità della stazione sperimentale nell’analisi dei materiali.
Herald Kainz ha sottolineato il grande impegno che la sua Università ha profuso nel potenziare le strutture della linea, con un nuovo rivelatore allo stato dell’arte. “Collaborazione e cooperazione non sono espressioni di rito per l’Università Tecnica di Graz, ma testimoniano una parte cruciale di quello in cui crediamo. É quindi davvero un grande piacere per noi il fatto di avere il coordinamento ufficiale della parte austriaca di questo eccllente centro di ricerca, Elettra Sincrotrone Trieste. Si tratta di un’infrastruttura che offre grandi opportunità a tutti i partner scientifici austriaci. Sono sicurissimo che questa collaborazione porterà molti frutti ”
“L’accordo che abbiamo firmato questa mattina – ha detto il Presidente di Elettra Sincrotrone Trieste Carlo Rizzuto – è un altro passo nella nostra collaborazione con la comunità scientifica austriaca. Una collaborazione che ha già dato importanti risultati. L’Austria, infatti, è con noi uno dei parner fondatori di CERIC-ERIC, la nuova infrastruttura di ricerca distribuita che riunisce centri Europei specializzati nello sviluppo e nell’utilizzo di strumentazioni dedicate allo studio e alla caratterizzazione dei materiali. Proprio come Elettra e l’Università di Graz”.
 
Elettra è un centro internazionale di ricerca, specializzato nello studio dei materiali per mezzo della luce di sincrotrone. Questa luce consente di vedere dettagli della struttura e del comportamento di atomi e molecole e, pertanto, fornisce informazioni in molti campi di ricerca come l’elettronica, le scienze ambientali, l’ingegneria dei materiali, la medicina, le micro e nanotenologie. I fasci luminosi prodotti sono raccolti in “linee di luce” che li focalizzano e ne selezionano le caratteristiche, in base alle necessità sperimentali. Ci sono, oggi, più di 30 linee utilizzate da ricercatori di tutto il mondo. La linea di luce SAXS è stata sotto il coordinamento austriaco fin dal 1996, la linea DXRL solo negli ultimi anni.

SAXS e DXRL: le linee “austriache”
SAXS: Questa linea, operativa sin dal 1996, prende il suo nome dalla tecnica di “Small Angle X-ray Scattering” o “Diffusione a piccolo angolo”: un metodo non distruttivo e molto versatile che utilizza i raggi X per studiare la nanostruttura dei materiali (da nuovi composti nanostrutturati a macromolecule biologiche). La lista degli ambiti tecnologici che possono trarre notevole vantaggio dall’utilizzo di questa tecnica include, per esempio, la produzione di nanoparticelle o di sistemi per il rilascio di farmaci/DNA per applicazioni farmaceutiche, il miglioramento degli standard alimentari, la progettazione di materiali per la catalisi o per le tecniche di separazione selettiva, la produzione e caratterizzazione di nanomateriali utilizzati nell’industria dei semiconduttori (come nanotubi di carbonio o “quantum dots”). I campioni possono essere solidi, liquidi o gassosi.

DXRL: La linea di litografia profonda (Deep X-ray lithography) impiega i raggi X per creare minuscole strutture tridimensionali ad alta risoluzione (con pareti praticamente verticali e superfici a bassissima rugosità), in materiale plastico. Queste, a loro volta, possono fare da   stampo per produrre piccoli lotti di microdispositivi in materiale vario (metalli, leghe o ceramiche), con promettenti applicazioni in microelettromeccanica e ottica o nella  produzione di sistemi microfluidici. La linea DXRL, inoltre, consente di irradiare i campioni con dosi controllate di raggi X, per lo studio dei materiali o per la fabbricazione di microdispositivi con nuovi materiali dalle funzionalità particolari.

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Ultima modifica il Venerdì, 29 Novembre 2013 18:03