Presentazione del progetto di ricerca sulla storia dell’energia nucleare in Italia

Obiettivi

Lo scopo del progetto è di promuovere lo studio della storia dell’energia nucleare in Italia, attraverso la costituzione e lo sviluppo di un gruppo di ricerca in grado di lavorare in chiave interdisciplinare e comparata. Sebbene a livello internazionale si stia assistendo ad un fiorire di studi sulla storia dell’energia nucleare in tutte le sue applicazioni, la storiografia italiana ha sinora prodotto su questi temi solo alcuni lavori che, per quanto importanti, sono rimasti relativamente isolati. A partire da una collaborazione tra ricercatori provenienti da diverse discipline (storiche, scientifiche e archivistiche), il gruppo proponente mira perciò a colmare queste lacune attraverso uno studio che affronti tutti gli aspetti legati allo sviluppo dell’energia nucleare.

Il progetto parte innanzitutto dall’assunto che una ricerca sulle esperienze nucleari di uno stato non possa che essere caratterizzata da una prospettiva profondamente internazionale. La diffusione delle conoscenze nucleari (scientifiche, civili, militari) costituisce infatti un tipico caso di propagazione transnazionale del sapere, dal momento che nessun programma nucleare di nessuno stato ha mai avuto un carattere esclusivamente nazionale, e che tutti quei paesi che hanno avuto esperienze in ambito nucleare sono stati, in un modo o nell’altro, profondamente condizionati dalla loro capacità di recepire e/o trasmettere le informazioni relative. Solo un gruppo di ricerca in grado di comprendere e padroneggiare l’importanza della dimensione internazionale della storia nucleare, perciò, può garantire che il progetto venga svolto secondo i criteri della più moderna ricerca storiografica. Al tempo stesso, il progetto mira ad approfondire l’intreccio tra la dimensione civile e quella militare delle ricerche e delle applicazioni nucleari, indagandole non come espressioni antitetiche e contrapposte ma come elementi che si collocano lungo un continuum logico e che come tali venivano e vengono interpretate dalle classi dirigenti. Infine, il progetto si prefigge di investigare la dimensione culturale della storia nucleare, studiando la percezione delle esperienze nucleari da parte dell’opinione pubblica e delle élites.

Il gruppo proponente vuole incoraggiare ricerche individuali e di gruppo, attraverso l’accesso a fondi archivistici sinora non utilizzati, sia in Italia sia all’estero; organizzare convegni, seminari e lezioni, rivolti al mondo accademico e della ricerca, alle scuole e alla cittadinanza; promuovere pubblicazioni di monografie, saggi e atti di convegni. Inoltre, intende attivare reti di relazioni nazionali e internazionali attraverso la costruzione di partnerships con altre università, centri di ricerca, fondazioni, imprese pubbliche e private, e singoli ricercatori interessati al tema.

Composizione del gruppo proponente

Il gruppo proponente il programma è composto da docenti e ricercatori del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste, del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Roma Tre e del Centro interuniversitario Machiavelli, del Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma “La Sapienza”, del Dipartimento di Scienze documentarie, linguistico-filologiche e geografiche dell’Università di Roma “La Sapienza”, e di Elettra-Sincrotrone Trieste S.C.p.A.

Attività pregresse

I membri del gruppo hanno già avviato vari lavori di ricerca e forme di collaborazione con diverse istituzioni.

Elettra-Sincrotrone e il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste, collaborano da vari anni promuovendo ricerche e convegni sulla storia della ricerca scientifica in Italia. Il primo impulso in tal senso è stata una borsa di dottorato finanziata da Elettra-Sincrotrone presso la Scuola Dottorale di Scienze Umanistiche. Tale borsa di studio, assegnata a Igor Londero, si è concretizzata in una tesi su Felice Ippolito, intellettuale e gran commis – La ricerca nucleare in Italia dal dopoguerra al primo Centrosinistra. La tesi di Londero ha individuato nelle vicende di Ippolito alla guida dei comitati nazionali di R&D sull'energia nucleare un settore di estremo interesse per inquadrare i rapporti tra ricerca scientifica, gruppi di interesse economici ed industriali, mondo della politica e della cultura. Facendo proprio questo punto di vista, Elettra-Sincrotrone e Dipartimento di Scienze Umanistiche hanno dato avvio ad una più ampia collaborazione che ha portato alla realizzazione del convegno Il nucleare in Italia nel secondo dopoguerra – Ricerca, Cultura, Politica, tenutosi a Trieste nel novembre del 2012. Il convegno si è caratterizzato per un organico programma che ha permesso l'incontro interdisciplinare tra studiosi di estrazione metodologica estremamente diversa, mettendo attorno allo stesso tavolo, tra gli altri l'economista Adriano Giannola, il sociologo Paolo Volonté, il fisico Giovanni Battimelli, il filosofo Benedetto Ippolito, la storica Barbara Curli e l'ingegnere Giovanni Battiasta Zorzoli.

A partire dal 2014, la collaborazione tra Elettra e l’Università di Trieste si è concretizzata nel co-finanziamento di un assegno di ricerca, attribuito a Elisabetta Bini, per uno studio dal titolo Tra petrolio e nucleare: gli USA e le politiche energetiche in Italia, 1945-1990. La ricerca analizza le politiche dell’Italia nel settore del nucleare civile durante la guerra fredda, attraverso uno studio dei rapporti tra l’Italia e gli Stati Uniti. In particolare, si sofferma sulle forme di collaborazione tra l’Italia e gli Stati Uniti intorno alla costruzione di reattori nucleari nell’ambito del programma Atoms for Peace; sul dibattito tra l’Italia e gli Stati Uniti intorno alla nazionalizzazione dell’energia elettrica, quando i governi dei due paesi, enti come il CISE e il CNEN, e il mondo aziendale, si confrontarono sulle scelte energetiche del paese; la ridefinizione dei rapporti tra l’Italia e gli Stati Uniti nel contesto delle crisi energetiche degli anni ’70, quando l’uso del nucleare civile subì un’accelerazione, anche attraverso il rafforzamento dell’Euratom.

Le ricerche in corso sono state e saranno presentate a vari convegni internazionali, tra cui il convegno “Electric Worlds: Creations, Circulations, Tensions, and Transitions, from the 19th to the 21st Centuries” (Parigi, dicembre 2014). Inoltre, sono in corso varie pubblicazioni su riviste italiane e internazionali.

Il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste partecipa a Trieste Next, un importante festival della scienza giunto alla sua terza edizione e dedicato quest’anno (settembre 2014) al tema “EnergETHIC”, alle nuove sfide energetiche, ai costi e ricavi dell’energia, al rapporto tra mondo scientifico e politico e ai possibili scenari futuri. Al suo interno, il Dipartimento organizza tre eventi: a) una intervista a due protagonisti della storia energetica italiana, realizzata da Valeria Palumbo (già caporedattore de “L’Europeo”), che vedrà un dialogo e confronto tra Marcello Colitti e Giovanni Battista Zorzoli, sulla vicenda energetica italiana; b) un seminario su “L’energia nucleare tra passato e futuro”, in cui studiosi di diverse discipline discutono dei diversi aspetti del nucleare, tra passato, presente e futuro; c) un ciclo di film sulla storia dell’energia in Italia, di particolare interesse storico, cinematografico e didattico.

Il Centro interuniversitario Machiavelli (CIMA) codirige il Nuclear Proliferation International History Project, (http://www.wilsoncenter.org/about-NPIHP) un network globale di singoli studiosi e istituzioni protagonisti nello studio della International Nuclear History attraverso documentazione d’archivio, interviste di storia orale e altre fonti empiriche. Il progetto è stato generosamente finanziato dalla Carnegie Corporation of New York, ed è diretto da Christian Ostermann (Wilson Center, Washington) e da Leopoldo Nuti.

Oltre a promuovere varie iniziative nel campo della declassificazione e diffusione di fonti d’archivio e nell'ambito di conferenze e seminari, uno delle principali attività del CIMA in tale progetto è la realizzazione del Nuclear History Boot Camp, nelle strutture dell’Università Roma Tre ad Allumiere: un corso intensivo di dieci giorni sulla storia dei problemi nucleari, che spazia dall'evoluzione della tecnologia nucleare alle origini e allo sviluppo della teoria della deterrenza e della strategia nucleare, fino alla storia dell’arms control e dei movimenti pacifisti. Indirizzato a una selezionata audience di laureati, studenti di dottorato o giovani dottori di ricerca provenienti da tutto il mondo, il corso, giunto quest’anno alla quarta edizione, approfondisce le radici storiche dell’odierno panorama nucleare globale. Vi insegnano alcuni fra i massimi esperti di questioni nucleari partecipanti al NPIHP.

Gli studiosi afferenti al CIMA hanno inoltre promosso un progetto di ricerca di rilevante interesse nazionale, finanziato nel 2008, assieme a colleghi degli atenei di Bologna e Cagliari. Il progetto, dal titolo “All’ombra della bomba” ha permesso la realizzazione di ricerche originali basate su fonti archivistiche inedite. Le ricerche svolte sono state presentate nell’ambito di una serie di convegni, e cioè "The Euromissiles Crisis and the End of the Cold War" (Roma, dicembre 2009), "United Atoms in a Divided World: The Early History of the International Atomic Energy Agency" (Vienna, 2012), "The Historical Dimensions of South Africa’s Nuclear Weapons Program" (Pretoria, South Africa, 2012) e sono culminate in un in un convegno finale a Cagliari nel novembre del 2012, dal titolo "All’ombra della bomba. Una storia politica delle applicazioni civili e militari dell’energia nucleare". Il Centro è inoltre attivo nell’ambito della security nucleare, partecipando alle partnership promosse dalla IAEA e realizzando progetti di formazione e promozione su tale tematica finanziati dal NATO- Science for Peace and Security Program, in collaborazione con la Facoltà di Fisica dell’Università Mohamed V di Rabat.

Il direttore del Centro ha un lungo record di pubblicazioni inerenti vari aspetti della storia delle armi nucleari e dei programmi nucleari militari, in particolare di quello italiano. Del pari, i ricercatori afferenti al Centro hanno altresì contribuito al dibattito storiografico nazionale e internazionale sulle questioni della proliferazione nucleare in un’ampia prospettiva storica. Nel Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Roma Tre, infine, la Dr.ssa Gala tiene un corso di laurea magistrale interamente dedicato ai problemi del nucleare nell’età contemporanea – l’unico nel suo genere in tutta Italia.

I Dipartimenti di Fisica e di Scienze documentarie dell’Università “La Sapienza” collaborano da tempo nel settore degli archivi per la storia della fisica in Italia. Tale collaborazione ha portato al riordino, inventariazione e valorizzazione di vari archivi istituzionali e soprattutto personali, che includono alcuni tra i principali protagonisti delle vicende del nucleare in Italia, sia per quel che riguarda la ricerca fondamentale, sia per quel che riguarda la storia delle istituzioni e della politica scientifica. Attualmente tale collaborazione si esplica soprattutto nelle ricerche comuni intraprese da Giovanni Battimelli e Giovanni Paoloni. Tra i risultati espressi nel corso degli anni, per quanto attiene alle ricerche del gruppo qui presentato, si ricordano: G. Paoloni, Dal CNRN all’ENEA, Roma-Bari 1993; G. Battimelli, M. De Maria, G. Paoloni, L’INFN. Storia di una comunità di ricerca, Roma-Bari 2001; vari contributi al vol. II di Per una storia del CNR, a cura di R. Simili e G. Paoloni, Roma-Bari 2001; interventi e contributi in varie sedi sul tema del rapporto fra ricerca e applicazioni nella storia del nucleare italiano, e su figure storicamente rilevanti di esso; recupero e sensibilizzazione in tema di documentazione, che ha fatto finora da sfondo alle attività effettuate in campo archivistico, mirate non solo agli archivi conservati o acquisiti presso il Dipartimento di fisica, ma in generale a promuovere la conservazione del patrimonio documentario anche presso altri enti, fra cui l’ENEA.

Attività in corso

Il gruppo di ricerca sta organizzando un convegno internazionale, dal titolo Italy’s Nuclear Experience in an International and Comparative Perspective, che si terrà a Trieste dal 13 al 15 novembre del 2014. Il convegno, che vedrà la partecipazione di eminenti studiosi internazionali, affronterà la storia della vicenda nucleare italiana attraverso una comparazione con altri casi nazionali (in Europa, in America, ma anche in Africa e Asia), e uno studio del ruolo avuto dal contesto internazionale nell’influenzare le politiche e scelte dell’Italia.

Il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste – in collaborazione con Elettra-Sincrotrone Trieste S.C.p.A., la SISSA, il Dipartimento di Fisica dell’Università di Trieste, il Comitato Nucleare e Ragione – sta organizzando un ciclo di lezioni rivolto a studenti delle scuole medie e superiori, da tenersi nell’a.a. 2014-2015. Inoltre, sta organizzando un ciclo di conferenze pubbliche rivolte alla cittadinanza e agli studenti universitari, su vari aspetti dell’energia nucleare, a partire da tematiche di storia della scienza, dell'industria e dell'economia, di politica nazionale ed internazionale, e sulla base di un dialogo tra varie discipline. Tra i temi affrontati: “La ricerca sul nucleare in Italia tra eccellenze e ritardi”; “Le politiche energetiche dell’Italia, tra nucleare, petrolio e fonti rinnovabili”; “Le scelte energetiche europee e internazionali dalla Guerra fredda ad oggi”; “Radioattività, applicazioni civili e trattamento delle scorie”.

Il CIMA prosegue le ricerche nell’ambito del NPIHP e la realizzazione del Nuclear History Boot Camp, oltre a promuovere seminari e conferenze sui problemi internazionali relativi alle applicazioni dell’energia nucleare. Saranno attivati nuovi assegni di ricerca su progetti relativi all’energia nucleare nel contesto internazionale e sono in uscita varie pubblicazioni di monografie o articoli su riviste internazionali.

E' in discussione la possibilità di creare un Centro Interuniversitario tra l’Università di Trieste, l’Università di Roma Tre e l’Università di Roma “La Sapienza”.

Il gruppo di ricerca

Alcuni dei temi intorno ai quali il gruppo di ricerca intende lavorare sono:

  • La rilevanza del contesto internazionale, in particolare dalla Guerra fredda, nell’influenzare la politica nucleare dell’Italia nel secondo dopoguerra. Gli ambiti di ricerca che si ritengono di particolare interesse sono: a) le forme d’influenza esercitate dagli Stati Uniti sul complesso nucleare italiano, attraverso il Piano Marshall, il programma Atoms for Peace, la presenza militare americana. Sebbene esistano varie pubblicazioni sul tema, rimane ancora da indagare in che modo il governo, gli scienziati, le aziende statunitensi interpretarono e condizionarono la vicenda nucleare italiana (civile e militare), all’interno del più ampio quadro delle politiche energetiche del paese, e nel contesto della nazionalizzazione dell’energia elettrica all’inizio degli anni ‘60, delle crisi energetiche degli anni ’70, della fine della Guerra fredda; b) il rapporto tra il nucleare militare e civile, in particolare come la dimensione militare e quella civile della vicenda nucleare italiana si siano intrecciate, soprattutto dopo le crisi di Cuba e di Berlino e nel quadro dei Trattati di Non Proliferazione nucleare, che imposero nuovi vincoli anche all’utilizzo pacifico dell’energia atomica; c) il ruolo ricoperto dall’Italia nella costruzione dell’Euratom; d) le forme di scambio e reciproca influenza tra scienziati nucleari italiani e programmi di ricerca nucleare del blocco orientale; e) le somiglianze e differenze tra il caso italiano e le esperienze del nucleare civile e militare di altri paesi (in Europa e in America, ma anche in Africa e in Asia), mettendone in luce le peculiarità e le diverse implicazioni di strategia militare ed industriale, il diverso rapporto tra ricerca, Stato e industria.
  • I diversi modi in cui l’opinione pubblica, vari gruppi sociali e culturali, così come i movimenti anti- e pro-nucleari, hanno condizionato la vicenda del nucleare in Italia. Negli ultimi quindici anni la storiografia (soprattutto anglosassone) ha prestato una crescente attenzione a questi temi, indagando i vari significati attribuiti al nucleare (civile e militare) dai mass media, dal mondo aziendale, dagli intellettuali e gli scienziati, dai giovani e le donne. Tuttavia, il caso italiano è rimasto per lo più marginale. Attraverso lo studio e l’intreccio tra molteplici fonti d’archivio, il gruppo di ricerca intende analizzare: a) le forme di comunicazione e propaganda portate avanti nel secondo dopoguerra a sostegno dell’energia nucleare, e in che modo si intrecciarono con la trasformazione dei mass media, della comunicazione d’impresa del paese e, più in generale, con la diffusione di una società incentrata sui consumi di massa, durante e dopo gli anni del “miracolo economico”; b) le forme di opposizione all’uso dell’energia nucleare per scopi militari, civili e di ricerca. Rispetto ad altri paesi, dove i movimenti anti-nucleari si affermarono durante gli anni Cinquanta e Sessanta, intrecciandosi con i movimenti ambientalisti e con nuove forme di democrazia dal basso, in Italia il movimento anti-nucleare costituì, almeno inizialmente, una iniziativa alquanto elitaria, anche se di notevole importanza. Fu solo a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, e sempre più nell’ambito della crisi degli Euromissili e del referendum del 1987, che emerse come una forza politica di rilievo.
  • L’importanza di un approccio interdisciplinare come quello dei Science and Technology Studies (STS) per lo studio della vicenda nucleare italiana. La storiografia italiana in materia di ricerca scientifica ha dovuto affrontare due principali ostacoli. Il primo trova il suo fondamento nella tradizionale separazione tra cultura umanistica e cultura tecnico-scientifica. Il secondo è di natura metodologica e nasce dalla difficoltà della storiografia di misurarsi con le discipline necessarie ad affrontare la materia. Questi dati emergono con forza dal confronto con la storiografia anglosassone che fin dagli anni '70 ha sviluppato il programma di ricerca interdisciplinare conosciuto come Science and Technology Studies (STS), che si occupa di approfondire il rapporto tra scoperte ed evoluzione scientifica e la società da un punto di vista culturale e politico. A partire dal settore cruciale della R&D nucleare in Italia, il gruppo di ricerca intende raccogliere la sfida degli STS, per avviare un campo di indagine estremamente importante per la comprensione di un presente in cui la ricerca scientifica viene a rappresentare la risorsa strategica per eccellenza. Alcuni dei campi d’indagine sono: a) il settore della R&D nucleare in Italia, e l’incontro tra la comunità dei fisici, lo Stato, il mondo aziendale privato e la società; b) l’intreccio tra tecnocrazia e politica nelle strategie energetiche italiane del secondo dopoguerra, soprattutto nel quadro della nazionalizzazione dell'energia elettrica da parte dei primi governi di centro-sinistra; c) il contributo dato dalla ricerca italiana allo sviluppo di tecnologie nucleari civili. Il periodo compreso tra l’avvio e il declino dei programmi nucleari italiani fu caratterizzato da un consistente incremento di capacità scientifiche specifiche all’interno del paese. Tuttavia, non sono ancora stati realizzati studi rilevanti sul tema, lasciando un vuoto da colmare.
  • Il ruolo del programma nucleare italiano come volano e punta avanzata della politica scientifica nel primo ventennio del dopoguerra, e l’importanza di tale programma rispetto allo storico vincolo energetico che ha condizionato lo sviluppo italiano fin dall’Unità. In questa prospettiva, il programma ha rappresentato un punto di forza la cui importanza andava al di là delle sole prospettive economico-industriali, e anche al di là delle aree disciplinari più direttamente interessate (dalla fisica all’ingegneria alla mineralogia) e il suo fallimento ha avuto conseguenze di lungo periodo sul mondo della ricerca scientifica e sulla sicurezza energetica del sistema paese, che meritano di essere indagate al di là dell’opinione sulle prospettive attuali di ipotetici programmi nucleari nella penisola.

Componenti

  • Giovanni Battimelli, Università di Roma “La Sapienza”
  • Elisabetta Bini, Università di Trieste
  • Lodovica Clavarino, Università di Roma Tre
  • Laura Fasanaro, Università di Roma Tre
  • Marilena Gala, Università di Roma Tre e CIMA
  • Matteo Gerlini, Università di Firenze e CIMA
  • Igor Londero, Elettra Sincrotrone S.C.p.A.
  • Leopoldo Nuti, Università di Roma Tre e CIMA
  • Giovanni Paoloni, Università di Roma “La Sapienza”
  • Giordana Pulcini, Università di Roma Tre
  • Elisabetta Vezzosi, Università di Trieste

Contatto email:

nuclearitaly@gmail.com