Plos One: Dal Neolitico la prima prova di pratica odontoiatrica


Risultato di una collaborazione internazionale fra ricercatori di ICTP ed Elettra - Sincrotrone Trieste S.C.p.A., lo studio dedicato all’analisi di un dente fissurato di circa  7.000 anni fa e proveniente dalla Slovenia, ha fatto il giro del mondo, suggerendo che le terapie odontoiatriche potrebbero essere più antiche di quanto ipotizzato finora.

Usando una combinazione di moderne tecnologie — incluso l’imaging tridimensionale (3D) a raggi X duri e ad alta risoluzione, la datazione con radiocarbonio mediante spettrometria di massa con acceleratore e la spettroscopia infrarossa — i ricercatori hanno analizzato il dente per determinarne l’età e per capire la composizione del riempimento resinoso individuato all’interno di una fessura.

“Grazie all’elevata sensibilità molecolare della tecnica a raggi infrarossi, l’analisi ha rivelato senza ambiguità i marcatori chimici specifici della cera d’api”, ha spiegato Diane Eichert ricercatrice ad Elettra, “informazione che ci ha aiutato a confermare l’uso di tali prodotti nel Neolitico, come è stato stabilito dalla datazione al radiocarbonio”. L’otturazione mediante cera d’api era stata probabilmente usata per alleviare il dolore, fornendo quella che ad oggi è la più antica evidenza di un’otturazione dentale terapeutica.

Dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica online PloS One.

"Le comunità preistoriche utilizzavano i prodotti delle api a fini tecnologici, artistici e medici, ma è solo grazie alla scoperta di Lonche che oggi possiamo pensare che nell’Europa del Neolitico gli uomini praticassero l’odontoiatria”, ha commentato Federico Bernardini, primo autore dello studio e Post-Doc  all’ICTP.

"Le prove più antiche di pratica dentistica sono state scoperte alcuni anni fa in Pakistanin una necropoli di 9000 anni fa, ma – fino a oggi – non avevamo alcuna indizio di otturazioni” ha aggiunto Claudio Tuniz, co-autore dello studio e coordinatore del Laboratorio di imaging a raggi X all'ICTP.

Il dente viene da una mandibola che è stata trovata in una grotta vicino al villaggio di Lonche, in Slovenia. I ricercatori hanno determinato che la mandibola apparteneva a un uomo di età compresa tra i 24 ei 30, vissuto circa 6.500 anni fa.
L’intera mandibola èstata studiata alla stazione Tomolab mentre il dente fissurato presso la linea di luce SYRMEP di Elettra. “Lo smalto del dente”, hanno detto Lucia Mancini e Diego Dreossi ricercatori ad Elettra, “èusurato e lascia esposta la dentina. La cera d’api usata per proteggere la dentina esposta e per riempire la frattura èstata visualizzata in 3D grazie alle straordinarie proprieta della luce di sincrotrone”.

Il lavoro si è avvalso di un finanziamento di 600.000€ erogato dalla Regione Friuli Venezia Giulia per sviluppare un nuovo portfolio di strumenti e metodologie, per lo studio di reperti antichi. ICTP e Elettra hanno sviluppato strumentazione a raggi X compatta e trasportabile e in grado di analizzare in modo non-distruttivo la microstruttura e la composizione chimica di ossa antiche, materiale da costruzione e oggetti d’arte. Tali dispositivi costituiscono il primo esempio di strumentazione di questo tipo presente in Italia e dedicata alla ricerca antropologica.

La ricerca sull’otturazione mediante cera d’api è stata realizzata in collaborazione con l’Università "La Sapienza" di Roma; il Museo di Storia Naturale di Trieste; INNOVA e la seconda Università di Napoli; l’Australian Nuclear Science and Technology Organisation; e l’Università di Trieste.

 

 

 

Ultima modifica il Venerdì, 21 Settembre 2012 14:26